SANTA MARIA EGIZIACA
Santa Maria egiziaca ha sintetizzato nella sua vita: dissolutezza ed una durissima ascesi. Essa fu da esempio per molti cristiani che le succedettero nel cammino ascetico, infatti fu oggetto di una grande devozione sia in oriente che in occidente. La vita di Maria, ci è giunta dal Patriarca di Gerusalemme, Sofronio. Essa nacque ad Alessandria d’Egitto intorno al 344. All’età di dodici anni si allontanò dalla casa dei genitori, per entrare in una vita fatta di dissolutezza, in quanto si guadagnava il pane mediante il meretricio o mediante elemosina, fece tale vita per circa 17 anni. Ma, a 29 anni, desiderosa di viaggiare ed allontanarsi dalla sua città, si imbarcò su una nave di pellegrini che si stava recando in Terra Santa e purtroppo il viaggio lo pagò mediante la dissolutezza. Giunti a Gerusalemme per la festa della Santa Croce, Maria non poté entrare, perché una volta davanti al portone di ingresso della Basilica dell’Anastasis, si sentì bloccata da una forza, che le impediva di entrare per venerare la preziosissima e vivificante Croce del Signore, che lei stessa con la sua condotta, dimostrava di detestare. Ma Maria capì la gravità della sua condotta ed allora dopo aver pregato la Theotokos, dicendole: “Vergine Sovrana, che hai partorito Dio nella carne, io so che non dovrei neppure guardare la tua immagine, a te che sei pura d’anima e di corpo, io – dissoluta – dovrei ispirare solo disgusto. Ma poiché il Dio che da te è nato si è fatto uomo per chiamare i peccatori al pentimento, vieni in mio aiuto, concedimi di entrare nella chiesa per prostrarmi dinanzi alla Croce. Quando l’avrò vista, ti prometto di rinunciare al mondo e ai piaceri, seguendo il cammino di salvezza che tu mi mostrerai”, poté entrare in chiesa, quindi venerò la Santa Croce e nuovamente pregando dinanzi all’icona della Vergine Maria tra le lacrime sentì una voce che le disse: “se attraversi il fiume Giordano, ritroverai quiete e beatitudine.” Ecco che Maria si recò presso il luogo prestabilito ed ivi ricevette il battesimo, immergendosi nelle acque del Giordano e facendo la comunione presso la Basilica di San Giovanni Battista, che secondo taluni studi la situano nelle prossimità del suddetto fiume. Da tale momento in poi Maria si ritirò per il resto della sua vita in una costante peregrinazione nel deserto. La peregrinatio della santa durò circa 47 anni, ella si nutrì unicamente delle erbe che trovava nel suo cammino, di lacrime e di incessanti preghiere, che purificarono la sua passione carnale, nella pura e vivificante passione per Cristo, il quale la mondò da ogni passione che la santa combatté mediante innumerevoli prostrazioni. Durante i suoi spostamenti incontrò San Zosimo, un monaco palestinese che si ritirò nel deserto, come insegnato da Sant’Eutimio, per poter compiere il suo cammino quaresimale ed egli vide Maria con le vesti logore, al punto da poterla considerare nuda, la pelle bruciata dal sole e dal freddo pungente della notte ed una folta chioma di capelli bianchi come la lana che costituivano il suo vestito. La santa accettò di parlare con il santo monaco, solo dopo che quest’ultimo gli diede il suo mantello per coprirsi. Maria spiegò al santo monaco, che la riteneva teofora (ovvero portatrice di Cristo), la sua scelta di vita e Zosimo gli diede la comunione, ella si comunicò per la seconda volta nella sua vita. Dopo essersi comunicata, in lacrime, disse: «Ora lascia, o Sovrano, che la tua serva vada in pace, secondo la tua parola, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Lc 2, 29). I due santi si lasciarono con la promessa che si sarebbero rivisti l’anno prossimo nello stesso luogo il Grande e Santo giovedì per poter fare nuovamente la comunione. Ma l’anno successivo, il santo monaco si recò e vide Maria distesa a terra con le braccia incrociate ed il volto verso oriente e vicino a lei un’iscrizione sul suolo: “Padre Zosimo, sotterra in questo luogo il corpo dell’umile Maria, restituisci alla polvere ciò che è polvere, dopo aver pregato per me. Sono morta nella notte della Passione di Nostro Signore, il primo del mese di Aprile, dopo aver partecipato all’Eucaristia”. Il padre pianse la dormizione in Cristo della santa donna e poi prese un legno per iniziare a scavare la fossa, secondo la volontà della santa, ma tale lavoro era molto duro, sennonché vide arrivare un leone che amorevolmente leccò i piedi della santa ed allora Zosimo gli ordinò di scavare la fossa e così fece il felino. Il monaco poté adempiere la volontà della santa. Ecco che a conclusione della breve narrazione della vita di Maria si può comprendere il perché la Santa Chiesa, Maestra di vita, ha inserito alla quinta domenica della Grande Quaresima, questa grande donna, che prima visse nella dissolutezza, ma che poi visse un’ascesi talmente dura, che fu difficilmente eguagliata. Pertanto, con essa, la Chiesa di Cristo ci vuole consolare ed incitare ad un sincero e vero pentimento, quale viatico per l’ottenimento, grazie alla misericordia di Dio, della salvezza e mediante esso, chiunque può giungere alla salvezza. Inoltre, ci spiega che alla salvezza, dono di Dio, non si giunge se non vivendo nella penitenza, per cui demoniaco è l’insegnamento di chi considera la salvezza a buon mercato per tutti o peggio ancora un diritto acquisito di tutti.
Per le preghiere di Santa Maria, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci, Amin!